Cibo e destino
I benefici di cosa e come mangiamo.
Durante il mio viaggio negli Stati Uniti, grazie alle conosce lì apprese, ho avuto modo di capire realmente il significato di quanto diceva Ippocrate: “Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo.”
Prima di questa esperienza, non conoscevo ancora l’importanza del cibo, nonostante fossero anni che mangiavo principalmente in ristoranti vegani, vegetariani o macrobiotici. Frequentando questi ristoranti, e conoscendo persone che avevano curato malattie incurabili con la comune medicina, ho avuto il mio primo approccio al concetto di cibo come cura del corpo e dell’anima.
Durante il mio viaggio nella conoscenza, ho incontrato soggetti deboli, con malattie e con un’aspettativa di vita breve, che grazie al cambiamento di alimentazione avevano acquisito vigore fisico e mentale. La vera, miracolosa medicina per l’uomo è costituita proprio dal cibo. Il cibo guarisce, il cibo ammala. E’ importante mangiare con moderazione e masticare a lungo. Di seguito spiegherò il perché.
Partiamo dal presupposto che, quando mangiamo con piacere, la porta dello stomaco, milza e pancreas si aprono per ricevere il cibo. Detto questo, sarebbe importante riempirsi fino all’80% delle proprie possibilità, e non oltre. Perché? Semplicemente perché con questa proporzione di cibo la porta del pancreas riesce a richiudersi agevolmente, mentre se riempiamo il nostro stomaco e gli altri organi fino alla loro totale capacità essi non potranno più farlo.
Quando mangiamo smodatamente, anche dopo che detta porta si è richiusa, il cibo deve aspettare che gli organi digestivi siano nuovamente pronti a riceverlo. Rimangono così fermi per ore, creando ristagni, e con essi le malattie più gravi.
Secondo la filosofia orientale, il Cielo ci ha dato un certo ammontare fisso di cibo, e, se lo rispettiamo, alimentiamo la vita che il Cielo stesso ci ha donato, rimanendoci in fortuna e salute, perché allineati all’energia dell’Universo. In pratica, se si avrà modestia non si cadrà in gravi malattie, ma in semplici raffreddori o poco più, causati probabilmente da carenza di equilibrio energetico.
E’ inoltre estremamente importante mangiare solo quando si ha un vero appetito. Se non si ha fame, è semplicemente perché il nostro stomaco è ancora pieno. Mangiare di meno potrebbe essere un’ottima soluzione per aumentare il desiderio di cibo nel pasto successivo.
Inoltre, quando si ha fame, anche il cibo più modesto ha un buon sapore, come del semplice riso in bianco. Al contrario, se non si ha fame, anche il cibo più ricco e sostanzioso perde di sapore, non appaga il nostro palato e avremo in tal modo sempre il desiderio di andare alla ricerca di qualcosa di sfizioso, da consumare anche al di fuori dei pasti principali.
Il digiuno aiuta molto a mantenere un buon equilibrio alimentare. Quando non si ha un vero appetito, e magari ci si sente stanchi ed affaticati, la soluzione non è certamente mangiare ulteriormente. Dopo un giorno di digiuno, e in generale quando lo stomaco non è completamente pieno, l’energia – KI – rimane intatta, il corpo è più vigoroso e la mente funziona meglio.
I monaci buddisti riducono la loro razione di cibo evitando di mangiare la sera, dopo le 18.00. In questo modo calmano il loro KI e controllano la loro mente. “Se comprendi questo principio ma continui a mangiare e bere in maniera smodata, sei come un insetto che, cercando la luce, vola diritto verso il fuoco” (Michio Kushi).
Se trovate interessante questo articolo, vi consiglio di approfondirne i contenuti leggendo il libro “cibo e destino”, scritto da Michio e Eveline Kushi.